IN QUESTI EPISODI: In missione per conto di Satana che le ha promesso di aiutarla a ritrovare sua figlia Alina (per leggere episodio precedente CLICCA QUI), Zora deve riuscire a rubare l'anello di re Salomone. Nel frattempo, la nostra vampira trova necessario farsi un po' di cultura leggendo l'antica leggenda del Re Salomone. L'anello è custodito in vaticano insieme ad altri tesori, ma la vampira, con l'aiuto di un esperto di catacombe, riesce a compiere il furto. Quando Satana appare a Zora, però, succede qualcosa di strano e il Signore degli Inferi sparisce subito dopo aver toccato l'anello. Qualcosa di magico ha impedito al Signore delle Tenebre di impossessarsi dell'oggetto. Zora capisce che dovrà ritrovare sua figlia Alina basandosi solo sulle proprie forze, ma dove sarà finita Alina e soprattutto...è ancora viva? Leggete per scoprirlo.
Mese nuovo, nuovo albo doppio della ristampa Super Zora, questo numero 28 contiene gli episodi "L'Anello di Re Salomone" e "Luigi Di Baviera" (i dettagli relativi alle annate e le cover originali le trovate a fine fumetto). Le scan, perfette come sempre, sono ad opera di Aquila Della Notte e del suo collaboratore Mal32 che doverosamente ringraziamo.
La lunghissima saga di Zora prosegue senza sosta e soprattutto in maniera cronologica, allo stato attuale il nostro archivio contiene albi a sufficienti a coprire almeno tre anni di uscite, mentre Aquila continua con il suo lavoro sui restanti numeri di questa serie (è arrivato già a quota 56 albi su 91). Insisto, a costo di ripetermi, che questo è uno dei periodi più belli di questa serie, le storie si susseguono l'una dietro l'altra con ritmo veloce e Rubino Ventura si dimostra un autore che, pur sfruttando temi classici o attingendo le sue trame dalle fonti più disparate, riesce a rapire il lettore con un modo di raccontare molto semplice, senza tanti fronzoli, con dialoghi "forse" un po' troppo "ingenui" per l'epoca che viviamo oggi, ma che a distanza di oltre quarant'anni continuano a conservare intatti il proprio fascino e a regalare le stesse emozioni di un tempo. Questo succede al sottoscritto, come penso succeda a tutti i veri fan della bionda e sensuale, quanto letale vampira.
Pochi mesi fa sull'altro blog di Tippy, Tippyland, io e la mia socia pubblicavamo le prime due parti di un fumetto che aveva per protagonista una vampira di nome KRISTINA, fumetto di Frans Mensink, inedito in Italia, che avevamo tradotto e adattato insieme (ad anno nuovo leggerete la terza e ultima parte), in quell'occasione ci eravamo detti "Ma perché Zora non poteva essere così? Come Kristina?" E ce lo eravamo detti non solo per la trama semplice, ma molto ben articolata e che riesce subito a prenderti, ma anche per l'atmosfera azzecatissima, i personaggi molto indovinati, i dialoghi e le tante, tantissime situazioni di sesso estremo e violento. La risposta è che Kristina è nata in un'epoca diversa, più moderna, dove per l'autore è stato molto più facile attingere da un'immaginario letterario e cinematografico praticamente smisurato sull'argomento vampiri e non solo, perché Kristina si avvicina anche un po' al genere noir, combinato a una sorta di poliziesco moderno, insomma, Mensink ha avuto a disposizione una marea di punti di riferimento per la sua creatura, rispetto a quelli che uno sceneggiatore come Rubino Ventura poteva attingere all'epoca. A quei tempi, nei primi anni '70, quando si parlava di vampiri in un fumetto i riferimenti correvano ai film classici della Hammer, quelli in cui il leggendario Conte Dracula era interpretato da Christopher Lee e oltre al celebre romanzo di Bram Stocker o al Dracula Marveliano a fumetti di Roy Thomas e Gene Colan c'era davvero poco altro. Ma al sottoscritto stava bene allora come oggi, essendo un vero patito del vintage. Riguardo al sesso violento e sfrenato, ricchissimo di dettagli espliciti visto ed apprezzato in Kristina, chiaro che non si può pretendere lo stesso da una serie come Zora che arriverà solo nel periodo degli anni '80 all'abbondanza di vere e proprie sequenze hard senza alcun filtro, anche se i disegni di Birago Balzano non potranno mai reggere il confronto con quelli di Frans Mensink, ma lì era una questione di poco impegno e ricerca personale, oltre a dei limiti puramente tecnici dell'autore che col tempo, invece di evolvere, era (sigh!) pessimamente regredito da risultare quasi inguardabile.
Bando alle ciance, godetevi questi due episodi e divertitevi come mi sono divertito io a rileggerli, non ve ne pentirete. E...naturalmente, fateci sapere la vostra nei commenti.
Buona lettura
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